FASHION DESIGNER

Il brand

Fondato nel febbraio del 2021 da Niccolò Chiuppesi con un’idea precisa: recuperare dal passato per proteggere il futuro. Dalla ricerca svolta all’interno di magazzini e stock di capi e tessuti invenduti nascono collezioni di blazer sartoriali, pezzi unici e numerati che rappresentano un universo non-binario contemporaneo, un universo consapevole. BENNU utilizza esclusivamente tessuti provenienti da rimanenze di archivio o capi invenduti per la realizzazione delle proprie collezioni, con l’obiettivo principale di ridurre l’inquinamento da sovrapproduzione di nuovi capi e tessuti. Il brand affida le proprie produzioni a laboratori indipendenti e/o sartorie sociali italiane, collaborando così con fornitori locali che garantiscono un salario equo per i dipendenti di tutta la filiera e mantenendo la massima qualità dei prodotti.

Il designer: Niccolò Chiuppesi

Nasce nel 1992 e cresce a Chiusi, nella provincia toscana. Dopo l’esperienza universitaria vissuta tra Firenze e Milano, si forma all’interno di aziende della moda e del lusso. La recente pandemia e la volontà di trasportare la sua terra nel panorama della moda contemporanea lo portano a ricongiungersi con i suoi luoghi d’infanzia e a fondare BENNU, responsible fashion brand del quale è anche direttore creativo. 

Il brand

Blue of a Kind è un fashion design studio, nato a Milano nel 2018, di prodotti di alta gamma con grande focus sulla sostenibilità. La filosofia è lavorare “tutto ciò che già esiste”: realizzano i capi partendo esclusivamente da abbigliamento esistente e da tessuti di fine stock, con un particolare focus sul denim. La gamma di prodotti include capi “Upcycle” e “Leftover”. I primi nascono a partire da indumenti vintage completamente disassemblati e rigenerati, di cui non vengono nascosti i difetti originari. La seconda linea di prodotti viene invece realizzata con tessuto difettoso o avanzato e tinta con un processo innovativo e sostenibile, basato sulla colorazione con polvere di cotone ricavata sminuzzando vecchi indumenti e scarti di produzione, divisi per colore. L’acqua utilizzata nel processo viene filtrata e riutilizzata fino all’ultima goccia. Tutta la produzione viene realizzata a mano da un’azienda artigiana bergamasca, anch’essa socia del marchio. La vicinanza fisica della produzione al processo creativo non solo garantisce la qualità, ma crea una comunità coesa.

Il fondatore: Fabrizio Consoli (foto piccola)

Nato in Piemonte e cresciuto tra Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, è approdato alla moda quasi per caso dopo la laurea in economia, ha lavorato nel settore fashion per oltre quindici anni ricoprendo diversi ruoli, da strategia e vendite, marketing e comunicazione fino a digital e branding.  Ha inoltre sviluppato una grande passione per la fotografia e la narrativa, trasformando entrambe in lavori: ha scattato ritratti per riviste di musica e moda ed ha insegnato storytelling presso IED.  Da sempre sensibile alle tematiche sociali ed ambientali, ha approfondito l’argomento in particolare in relazione al settore fashion.  Blue of a Kind rappresenta la perfetta sintesi del suo percorso sino ad oggi: è il punto in cui convergono le esperienze accumulate così come tutto quanto lo appassiona nella vita.

Il brand

Fondato nel 2021 dalla designer Martina Boero, le collezioni del brand sono realizzate con materiali preesistenti o riciclati, come capi vintage, fine stock di tessuti e filati, riducendo così l’impatto ambientale legato alla produzione di nuovi materiali. Ogni capo è realizzato con cura e attenzione al dettaglio, utilizzando numerose tecniche di lavorazione per creare un effetto originale, diventando così un pezzo unico creato a mano da artigiani italiani. La missione di Cavia non è solo la valorizzazione dell’artigianato italiano, ma la promozione di una moda più consapevole e sostenibile. Sebbene all’inizio fosse la designer stessa a confezionare i capi, oggi, con l’aumento dei volumi di produzione, si è creata una rete di “magliaie”, sarte e ricamatrici in tutta Italia che non solo producono ispirandosi ai cartamodelli, ma contribuiscono creativamente al capo finito aggiungendo le proprie idee e il proprio “saper fare”. 

La designer: Martina Boero

Nata a Finale Ligure, studia allo IED di Milano dove si laurea nel 2011. Da sempre affascinata dalla moda come idea di espressione personale, la designer inizia da subito a lavorare all’interno di prestigiosi uffici stile di marchi del Made in Italy, quali Alanui, Golden Goose, MSGM, Off-White. Nel 2021 ha poi deciso di aprire il proprio ufficio di consulenze stilistiche e, spinta dalla grande passione per la maglieria, ha successivamente fondato Cavia. Un’idea nata durante il primo lockdown, quando la sua creatività ha trovato espressione con i materiali che aveva in casa, non potendone reperire altri.

Il brand

Fondato nel 2020 dal designer emiliano Dennj Malaguti, il brand unisce precisione sartoriale, ricerca dell’unicità e approccio cosmopolita. Tessuti vintage e deadstock tornano in vita grazie a una sperimentazione artistica che prende forma sulle macchine da cucire, in un instancabile esercizio di stile e circolarità. Due sono le idee motrici alla base del brand: moda sostenibile e moda multifunzionale. Il concetto di moda sostenibile si concretizza nel non acquistare nessun materiale di nuova produzione, ma di ereditare tutti i tessuti da precedenti capi vintage, da tessuti di arredamento, da flea market e da donazioni private. Multifunzionalità per Dennj significa potenziale di stratificazione e versatilità del capo, multi-layering e multi-purposing. Il prodotto finito spesso è double face e camaleontico, capace di cambiare completamente apparenza e, quindi, di essere più versatile e durevole, oltre le tendenze del momento. Il designer supervisiona personalmente la produzione, che avviene tramite due sartorie sociali nel milanese, Fiori all’Occhiello e Sun(n) Coop.

Il designer: Dennj Malaguti 

Nasce nel 1988 nella provincia emiliana. Dopo alcune esperienze in diversi settori, dalla ristorazione al fashion retail, incontra la sua vocazione nell’atelier di una stilista di paese, conosciuta per caso in pausa pranzo mentre lavorava come responsabile di una boutique multibrand. Grazie a questo incontro fortuito, impara sul campo la precisione sartoriale. Inizia tutto con una capsule di t-shirts, poi il sogno si dilata. Grazie a una breve, ma necessaria, parentesi in una fashion school di Milano – città che diventa casa – comincia ad apprendere il linguaggio della moda e a conoscere i meccanismi del settore. Con questo valore aggiunto, presto ritorna al suo personale campo di prova quotidiano: le sue macchine da cucire. Qui disegna, sperimenta, tenta, immagina e realizza, acquisisce manualità, dona vita e linfa al brand _Dennj_.

Il brand

Fondato nel 2013, è un marchio di moda responsabile che adotta un approccio sostenibile non solo nella scelta dei tessuti naturali, certificati e frutto di una lavorazione tracciabile a ciclo chiuso, ma anche nelle proposte di capi trasformabili. Tenere in equilibrio People, Planet e Profit è alla base del modello di business del brand, le cui collezioni sono costruite sul concetto della modularità: i capi sono composti da moduli intercambiabili che, attraverso zip nascoste, possono essere “smontati e rimontati” creando diverse combinazioni. Moduli della stessa taglia possono essere inoltre mixati tra loro per creare un guardaroba senza fine e sempre rinnovabile. La produzione è made to order e interamente made in Italy, caratterizzata da uno stretto rapporto con tutti i fornitori. La produzione è affidata a una rete di artigiane indipendenti che collaborano con il brand dai loro studi tra Biella e Milano. Dal 2013 il brand ha preso parte a diverse iniziative organizzate da Vogue Italia e Camera Nazionale della Moda, ha partecipato ad eventi come Il Copenhagen Fashion Summit, ha presentato le collezioni nelle fashion week di Londra (all’interno di Estethica), Parigi, Milano e Shanghai. I capi sono stati in mostra in diversi musei, da Fashion For Good ad Amsterdam al Museo Ferragamo a Firenze, a Triennale e Mudec a Milano.

La designer: Flavia La Rocca

Nata e cresciuta a Roma, dove frequenta il corso di laurea “Scienze della Moda e del Costume” a La Sapienza. Nel 2007 si trasferisce a Milano dove inizia la sua carriera presso vari uffici stampa di fashion brand di alta gamma. Esperienza, conoscenza e grande passione hanno portato la designer a realizzare una propria collezione nel 2011, da subito improntata al concetto di “modularità” e durevolezza dei capi.  Nel settembre del 2013 è stata una delle vincitrici di “The Talents Night”, progetto realizzato da Vogue Italia e VISA. Nel 2014 è stata invitata due volte come ospite ad Estethica durante la settimana della moda di Londra come “Emerging Talent in Sustainable Fashion”. Vincitrice del premio “Franca Sozzani GCFA Award for Best Emerging Designer” ai Green Carpet Fashion Awards Italia 2019. Oggi continua il suo lavoro nel proporre una nuova lettura del fare e acquistare abbigliamento, costruendo ogni giorno un modo responsabile, dinamico e contemporaneo di vestire le donne.

Il brand

Fondato nel 2018, il marchio affonda le radici nella grande tradizione veneta del tessile e del confezionamento e nel forte legame ed esperienza della famiglia della designer. Giorgia Andreazza lavora, infatti, a stretto contatto con la propria famiglia, che collabora alla creazione delle singole ordinazioni e allo studio dei prototipi. Valore fondante del brand è la sartorialità: ogni modello viene realizzato su misura e su ordinazione, poiché molte sono le lavorazioni manuali. Le collezioni sono realizzate in parte con tessuti prelevati dai dead-stock delle grandi produzioni italiane, e in parte riciclando capi interi di seconda mano usando la tecnica dell’upcycling. Una creatività originale, di ispirazione cyberpunk, che trova grande espressione in alcuni capi-simbolo, come i bomber, dove sono frequenti le applicazioni di voluminose imbottiture e appiattenti ribattiture, e nella borsa Bergie Bag. Forti sono i legami con i fornitori italiani per tutti i materiali e accessori, mentre per la produzione il brand si affida a una piccola realtà locale in Campania.

La designer: Giorgia Andreazza

Nata a Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza. Inizia il percorso di studi di moda presso l’Istituto professionale di Breganze (Vicenza), prosegue poi a Milano presso la Naba – New Academy of Fine Arts dove si laurea a pieni voti in fashion design nel 2018. Nello stesso anno fonda l’omonimo marchio iniziando a lavorare sui capisaldi della propria concezione creativa – sartorialità, originalità, stretto rapporto coi fornitori – tenendo presentazioni durante la settimana della moda di Milano, con il supporto di Camera Nazionale della Moda Italiana, durante la Paris Fashion Week e, di recente, alla Keqiao Fashion Week a Shanghai.

Il brand

Fondato formalmente nel 2020, con una prima capsule collection già nel 2016, il brand nasce con l’obiettivo di ristrutturare i valori dell’industria della moda. In particolare, i capi sono progettati senza stagione e senza genere, con focus sulla durabilità e con una strategia di produzione zero-waste. Il nome scelto deriva dall’attenzione alla sostenibilità e alla cura nel tracciamento di materiali e produzione. Da una parte, zero scarti, riduzione delle emissioni, zero differenze di genere o età. Dall’altra, 100% qualità Made in Italy con materiali di prima qualità proveniente da fornitori sostenibili certificati. Il marchio ridefinisce fin dalla progettazione i processi produttivi e le scelte che concorrono alla creazione di una collezione, poiché ogni elemento è progettato per raggiungere l’obiettivo zero-waste. Questo include un approccio alla progettazione con l’eco-design che non prevede scarti, per capi facilmente disassemblabili, senza bottoni, ganci o altri accessori, in tessuto quanto più possibile mono fibra per riciclo più semplice a fine vita del capo. La produzione, completamente tracciabile, è affidata a una rete di aziende dislocate tra Varese, Biella e Prato. Fin dalle origini il brand ha ottenuto diversi riconoscimenti, tra cui: WORTH 2023, Designers for the Planet 2021 di CNMI, finalista Vogue YOOX Challenge 2021.

La designer: Camilla Carrara

Nata a Milano nel 1991, dopo la laurea in Fashion Design al Politecnico di Milano, nel 2015 si specializza in Sustainable Fashion alla scuola ESMOD – International University of Art for Fashion di Berlino. Subito dopo gli anni universitari, crea il suo brand ZEROBARRACENTO. Dal 2015 fa parte del team di C.L.A.S.S. eco-hub, dove si occupa di coordinare i progetti. Nel 2016 vince una borsa di ricerca di un anno in ambito tessile sostenibile offerta da Salvatore Ferragamo e Fondazione per il Clima e la Sostenibilità. Negli anni successivi la designer è stata spesso invitata come guest-speaker in diverse scuole e università – tra cui Axis College, Milano Fashion Institute, Università Bocconi, 24 Ore Business School e Polimoda Firenze – per raccontare il valore della filosofia zero-waste. Dal 2021 è inoltre membro della giuria di Redress Design Award, concorso di fashion design sostenibile, ed è Mentor for The Modern Artisan Program di YOOX Net-a-Poter e The Prince’s Foundation. Dal 2022 è guest lecturer della Fashion Sustainability Academy di Cikis Studio con focus sulle strategie di design sostenibile.

Ti aspettiamo dall'1 all'11 febbraio 2024 alla mostra

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