TEXTURA è un progetto editoriale di TramaPlaza. Questa pubblicazione è la voce del collettivo TramaPlaza. È un esperimento editoriale digitale/cartaceo di scrittura a più mani che si propone di analizzare la sostenibilità attraverso la lente dell’arte per scoprire le connessioni tra i due mondi, cercando di creare a nostra volta qualcosa che sia un prodotto artistico.

TEXTURA #1 – COLLETTIVO

EDITORIALE

 

“Che possiate continuare a nutrirvi dei vostri sogni, materia sottile e impalpabile che rende una vita degna di essere vissuta. Che possiate continuare a nutrirvi di immaginari poetici ed inclusivi rimanendo fedeli ai vostri valori. Che possiate sempre vivere delle vostre passioni, sospinti dal vento della libertà.”  Alessandro Michele

(Dal comunicato stampa con cui sono state annunciate le sue dimissioni dal ruolo di Direttore Creativo di Gucci)

 

Quello che stai leggendo è un progetto editoriale di Trama Plaza, un’associazione che ha l’obiettivo di ispirare le persone e incentivare il cambiamento in ottica di sostenibilità grazie all’informazione e alla divulgazione della conoscenza. Le attività principali dell’associazione TramaPlaza consistono nella promozione di un modello di sviluppo sostenibile che utilizza l’arte per parlare alla società.

 

Le nostre parole chiave quindi sono sostenibilità e arte. Ma in che modo l’arte può aiutare la sostenibilità? Cos’hanno in comune questi due concetti? In questa pubblicazione esploreremo proprio le connessioni tra arte e sostenibilità, e la prima che ci viene in mente è proprio la difficoltà di darne una definizione semplice e univoca.

Che cos’è l’arte?

Che cos’è la sostenibilità?

Sapresti rispondere senza pensarci troppo?

 

Wikipedia dice che l’arte “nel suo significato più sublime è l’espressione estetica dell’interiorità e dell’animo umano. Rispecchia le opinioni, i sentimenti e i pensieri dell’artista nell’ambito sociale, morale, culturale, etico o religioso del suo periodo storico”.

Qui vogliamo analizzare la sostenibilità attraverso la lente dell’arte per scoprire le connessioni cercando di creare a nostra volta qualcosa che sia un prodotto artistico. 

 

Quello che vogliamo fare è

raccontare storie persone esperienze

immaginare nuovi mondi (come sarà un mondo in cui ha vinto la sostenibilità?)

scoprire significati che non avevamo previsto.

Partiremo dall’assunto che l’arte può essere uno strumento per raggiungere un fine, la sostenibilità.

 

La sostenibilità è caratteristica di un processo o di uno stato che può essere mantenuto a un certo livello indefinitamente. Ma anche come un processo socioecologico caratterizzato dal desiderio di perseguire un ideale comune. Questa pubblicazione è la voce del collettivo TramaPlaza, è un esperimento editoriale digitale/cartaceo di scrittura a più mani, ma puoi chiamarlo semplicemente TEXTURA.

 

TEXTURA nasce da quasi un anno di incontri settimanali tra alcune componenti del collettivo durante i quali ci siamo confrontate sul nostro personale approccio alla sostenibilità e su quale potesse essere il valore aggiunto alla causa di un nuovo progetto editoriale. Abbiamo raggiunto la conclusione che questo valore aggiunto risiede proprio nell’essere il prodotto di un collettivo, cioè di un gruppo di voci diverse e molteplici punti di vista ma con un obiettivo comune. Un po’ come un prisma che intercetta un raggio di luce e restituisce un arcobaleno, ma al contrario.

 

Il nostro obiettivo è di riempire di significati la parola “Sostenibilità” giocando con le parole. Qui su TEXTURA ce ne sono tante ma la prima e più importante, per noi, è stata proprio quella che ci definisce – COLLETTIVO. E da questa parola inizia il nostro viaggio.

Buona lettura!

 

(Testo di Carmen Guarino)

 

sostenibilità solidarietà rispetto gruppo solidarietà olistica necessità conoscenza messaggio valore responsabilità percorso consapevolezza prendersi cura sopravvivenza attenzione approfondimento futuro rispetto connessione nuova vita tempo necessario futura ricerca curiosità design responsabilità pesare meno partecipare gentilezza connessioni rigenerazione consapevolezza responsabilità armonia sostenibilità

2. SIAMO UNO STORMO

 

La parola collettivo indica un “raggruppamento o adunanza di persone che svolgono attività politica, sociale e culturale senza organizzazione gerarchica” e anche una caratteristica “che è comune a più persone”.

Viene dal latino, da collectivus, con il significato di “che raccoglie insieme”. Per intenderci, ha la stessa derivazione di “colla” e “collage”.

 

Sapere da dove vengono le parole che usiamo è importante perché ci raccontano molto della nostra società, del suo passato e della sua direzione.

Le parole dicono molto anche di noi come individui; quando ricorriamo a una parola piuttosto che a un’altra, prendiamo una posizione. Siamo le parole che scegliamo di pronunciare e anche quelle che decidiamo di tacere.

Non esistono parolacce o parole belle: esistono quelle più giuste per un’occasione o per noi.

 

Ci sono parole che ci seguono, e cambiano immagine nelle diverse stagioni che attraversiamo: collettivo al liceo per me era una stanzetta al piano terra della mia scuola piena zeppa di anfibi con i lacci colorati, pantaloni a zampa di velluto a coste, e musica rap.

All’università è diventato un movimento politico con manifestazioni e iniziative sociali.

Successivamente è stato un gruppo di ricerca teatrale tra musica elettronica e testi di Pasolini e Ovidio.

 

Ora collettivo per me è TramaPlaza.

 

Perché continuo ad aderire a gruppi, a ostinarmi ad accompagnarmi a questa parola?

Forse perché, incapace come sono di ingannarmi pensando a un futuro migliore, la cosa più naturale da fare mi pare quella di accostarmi agli altri per essere meno vulnerabile, come fanno gli uccelli quando si uniscono a uno stormo.

La zoologia ci insegna che questi gruppi di uccelli sono strutture senza forma che ragionano in modo collettivo, senza leader e comunicazione tra loro.

Quando uno stormo cambia direzione improvvisamente accade perché un componente del gruppo prende l’iniziativa e gli altri lo seguono, ed è impossibile definire quale membro del gruppo abbia intrapreso il nuovo itinerario. Straordinario, no?

 

Stormo è un nome collettivo.
I nomi collettivi, in grammatica, sono parole che, anche se declinate al singolare, denotano un insieme di entità o individui, una collettività, come “sciame”, “branco”, “folla”.

 

Se è vero che le parole servono ad associare un’immagine a un’entità, per me TramaPlaza è questo: siamo uno stormo.

(testo di Michela Vietri)

3. Senti come Ri-suona: musica & upcycling

 

Quando si parla di upcycle la prima immagine che ci viene in mente é sempre riferita a qualcosa di materiale, come un abito o un oggetto, probabilmente destinato a diventare rifiuto, che viene recuperato ed utilizzato nuovamente nella forma originale oppure rimaneggiata.

Se però facessimo più attenzione a ciò che ci circonda e che fa parte della nostra realtà di tutti i giorni, ci accorgeremo che il “riciclo” é talmente presente nella trama delle nostre giornate che ne rimarremmo stupiti. Per esempio, avete mai pensato che le cover musicali non sono altro che una meravigliosa forma di upcycling? Nell’arte infatti il riuso é assai frequente.

Abbiamo selezionato una lista di brani famosissimi più o meno recenti. Vi invitiamo ad ascoltare anche gli originali!

 

I Will Always love you 

Whitney Houston  (1992) / Dolly Parton (1974)

 

Meraviglioso 

Negramaro 2008/ Domenico Modugno (1968)

 

Halleluja

Jeff Buckley (1994) / Leonard Cohen (1984)

 

Mollami 

Guè Pequeno (2021) campionamento di Here come the Hotstepper” Ini Kamoze (1994) 

 

American Pie

Madonna (1998) / Don McLean (1971)

 

Venus

Bananarama (1986) / The Shocking Blue (1969) 

 

Alta marea Antonello Venditti (1991) / Don’t dream is over Crowded House (1986)

 

Almeno tu nell’universo

Elisa (2003) / Mia Martini  (1989)

 

Girls Just wanna have fun

Cindy Lauper (1983)/ Robert Hazard (1979)

 

Bittersweet simphony The Verve (1996) / The last time The Rolling Stones (1965)

 

Nothing compares 2u

Sinaed O’Connor (1991) / Prince (1985)

 

(testo di Chiara Avezzani)

Foto – © Camilla Sanni

4. Ma tu lo sai cos’è la moda sostenibile?

Conversazione con A.I. sul sistema moda e la moda sostenibile

 

[A novembre 2022, OpenAI – un’organizzazione che si occupa di ricerca e sviluppo di intelligenze artificiali – ha presentato al pubblico ChatGPT. Si tratta di un nuovo chatbot, cioè un software che simula conversazioni umane rispondendo a frasi scritte o pronunciate dagli utenti tramite dispositivi digitali o su siti internet. Esistono già molti altri strumenti di questo tipo ma ChatGPT sembra stia riuscendo a produrre testi e dare risposte estremamente più articolate dei sui predecessori. Questo è possibile grazie all’enorme quantità di fonti – libri, articoli, documenti, ecc. – sui quali i suoi sviluppatori l’hanno addestrata. Le applicazioni di questo strumento potrebbero essere innumerevoli e in molti si stanno chiedendo se potrebbe rimpiazzare l’uomo in una serie di attività lavorative, generando anche una certa preoccupazione. Ma per raggiungere questo livello di efficienza ChatGPT ha avuto bisogno di avere accesso a tutta una serie di informazioni prodotte da innumerevoli autori. Questo aspetto ci ha incuriosito e ci siamo chiesti se quello dietro le AI (artificial intelligence) come ChatGPT potesse essere considerato una sorta di “pensiero collettivo”. Perciò abbiamo provato anche noi ad avviare una conversazione con ChatGPT per approfondire una questione che ci sta molto a cuore: ma lo sa cos’è la moda sostenibile?]

 

Cosa ne pensi del sistema moda attuale?

Come modello linguistico, non ho opinioni o sentimenti personali. Tuttavia, posso fornire informazioni sul tema del sistema moda. L’industria della moda è un sistema complesso e dinamico che comprende design, produzione, commercializzazione e distribuzione di abbigliamento e accessori. È un’industria multimiliardaria che svolge un ruolo significativo nell’economia globale. Tuttavia, ha anche un impatto ambientale e sociale significativo, inclusi inquinamento, rifiuti e problemi di manodopera. Sono in corso sforzi per rendere l’industria della moda più sostenibile ed etica, come l’uso di materiali ecologici e pratiche di lavoro eque.

 

Potresti descrivere più in dettaglio che tipo di impatto ha il sistema moda?

Certo, l’industria della moda ha una serie di impatti, sia positivi che negativi.

Sul lato positivo, l’industria della moda offre opportunità di lavoro, crescita economica ed espressione culturale. Può anche essere una fonte di innovazione e creatività, con nuovi design, materiali e tecnologie in continuo sviluppo.

Sul lato negativo, l’industria della moda può avere un impatto ambientale significativo. La produzione e lo smaltimento di indumenti e tessuti contribuiscono all’inquinamento e ai rifiuti, nonché all’esaurimento delle risorse naturali. L’uso di materiali sintetici e coloranti può anche avere effetti negativi sulla qualità dell’aria e dell’acqua. Inoltre, il fast fashion, caratterizzato da prezzi bassi, fatturato elevato e un focus su design di tendenza piuttosto che senza tempo, può portare a un alto livello di rifiuti tessili.

L’industria della moda ha anche una serie di impatti sociali ed etici. Molti degli abiti venduti nei paesi sviluppati sono prodotti nei paesi in via di sviluppo, dove le leggi e gli standard sul lavoro possono essere più deboli. Ciò può portare a cattive condizioni di lavoro e bassi salari per i lavoratori in questi paesi. Inoltre, in alcuni paesi è stato segnalato l’uso del lavoro minorile e del lavoro forzato nella produzione di abbigliamento.

Nel complesso, l’industria della moda è un sistema complesso che ha un impatto significativo sull’ambiente, sulla società e sull’economia. Ci sono molti sforzi in corso per affrontare questi problemi, compreso lo sviluppo di pratiche di moda sostenibili ed etiche.

 

Di quali sforzi per affrontare i problemi del sistema moda stai parlando?

Sono stati compiuti numerosi sforzi per affrontare i problemi all’interno dell’industria della moda, tra cui:

  1. Produzione sostenibile ed etica: molte aziende di moda e designer stanno lavorando per ridurre la loro impronta ambientale e migliorare le condizioni di lavoro nella loro catena di fornitura. Ciò può includere l’utilizzo di materiali ecologici, la riduzione del consumo di acqua ed energia e l’attuazione di pratiche di lavoro eque.
  2. Moda lenta: la moda lenta è un’alternativa alla moda veloce, che enfatizza l’uso di materiali di alta qualità, sostenibili e prodotti eticamente, nonché design senza tempo che dureranno per molte stagioni. La moda lenta consiste nel produrre capi sostenibili e di lunga durata, invece di quelli veloci e usa e getta.
  3. Economia circolare: l’economia circolare è un’alternativa all’economia lineare tradizionale, che si basa sui principi di riduzione, riutilizzo e riciclo. Questo approccio mira a mantenere le risorse in uso il più a lungo possibile, estraendo da esse il massimo valore prima di recuperare e rigenerare prodotti e materiali al termine di ogni vita utile.
  4. Trasparenza: molte organizzazioni e iniziative stanno lavorando per aumentare la trasparenza nel settore della moda, fornendo ai consumatori informazioni sulle condizioni in cui vengono prodotti i vestiti e sull’impatto ambientale dei diversi materiali e metodi di produzione.
  5. Educazione e consapevolezza: c’è un crescente movimento per educare i consumatori, i designer e le parti interessate del settore sugli impatti dell’industria della moda e sui modi per promuovere pratiche sostenibili ed etiche.

Questi sono solo alcuni esempi e ci sono molte altre iniziative e organizzazioni che lavorano per affrontare i problemi all’interno dell’industria della moda. È importante notare che si tratta di un problema complesso e sfaccettato e richiederà uno sforzo collaborativo tra industria, governo e consumatori per apportare cambiamenti significativi.

 

Ci sono prove che questi sforzi stiano producendo risultati?

Ci sono prove che questi sforzi stanno avendo un impatto sull’industria della moda. Per esempio:

  1. Produzione sostenibile ed etica: molte aziende di moda e designer stanno implementando pratiche sostenibili ed etiche nei loro processi di produzione. Ad esempio, alcune aziende utilizzano materiali sostenibili come il cotone biologico e altre stanno implementando standard di lavoro equi.
  2. Slow fashion: la “moda lenta” sta diventando sempre più popolare man mano che i consumatori diventano più consapevoli dell’impatto della moda veloce. Molte aziende di moda stanno adottando pratiche di moda lenta, come la produzione di capi di alta qualità, sostenibili ed eticamente prodotti.
  3. Economia circolare: l’economia circolare sta guadagnando terreno nel settore della moda, con un numero crescente di aziende e organizzazioni che implementano i principi dell’economia circolare nei loro processi di produzione e supply chain.
  4. Trasparenza: c’è un crescente movimento per aumentare la trasparenza nel settore della moda, con molte organizzazioni e iniziative che lavorano per fornire ai consumatori informazioni sulle condizioni in cui vengono prodotti i vestiti e sull’impatto ambientale dei diversi materiali e metodi di produzione.
  5. Educazione e consapevolezza: c’è una crescente consapevolezza dell’impatto dell’industria della moda e dell’importanza di pratiche sostenibili ed etiche. Ciò è evidente nel numero crescente di programmi educativi e iniziative incentrate sulla moda sostenibile.

È importante notare che cambiare un intero settore non è un compito facile e ci vorrà del tempo per vedere il reale impatto di queste azioni. Inoltre, è importante considerare che ci sono molti attori diversi nel settore della moda e che i cambiamenti saranno diversi a seconda delle dimensioni, della posizione e del tipo di attività. Tuttavia, queste azioni sono un passo nella giusta direzione e stanno contribuendo a portare l’attenzione sui problemi all’interno del settore e promuovere un cambiamento positivo.

 

Se fossi un’azienda quale cambiamento attueresti per migliorare la situazione?

Come modello linguistico, non sono in grado di avere preferenze o opinioni personali, quindi non posso dire quale cambiamento attuerei se fossi un’azienda. Tuttavia, posso fornire informazioni su alcuni cambiamenti che le aziende possono apportare per migliorare la situazione all’interno dell’industria della moda.

  1. Produzione sostenibile ed etica: le aziende possono implementare pratiche sostenibili ed etiche nei loro processi di produzione, come l’utilizzo di materiali sostenibili e l’implementazione di standard di lavoro equi. Ciò può contribuire a ridurre l’impatto ambientale della produzione e migliorare le condizioni di lavoro dei lavoratori della filiera.
  2. Slow fashion: le aziende possono adottare pratiche di “moda lenta”, come la produzione di capi di alta qualità, sostenibili ed eticamente prodotti e promuovere design senza tempo che dureranno per molte stagioni. Questo può aiutare a ridurre i rifiuti tessili e promuovere un consumo sostenibile.
  3. Economia circolare: le aziende possono implementare i principi dell’economia circolare nei loro processi di produzione e catena di approvvigionamento, come la riduzione, il riutilizzo e il riciclaggio dei materiali, nonché la progettazione di prodotti facili da riparare, rinnovare e riciclare.
  4. Trasparenza: le aziende possono aumentare la trasparenza nelle loro operazioni, fornendo ai consumatori informazioni sulle condizioni in cui vengono prodotti i vestiti e sull’impatto ambientale dei diversi materiali e metodi di produzione. Questo può aiutare i consumatori a prendere decisioni di acquisto più informate.
  5. Educazione e consapevolezza: le aziende possono investire nell’educazione di dipendenti, consumatori e altre parti interessate sull’impatto dell’industria della moda e sull’importanza di pratiche sostenibili ed etiche. Questo può aiutare a promuovere un cambiamento positivo all’interno del settore.

In definitiva, i cambiamenti specifici che un’azienda sceglie di implementare dipenderanno dalle sue circostanze uniche, come le dimensioni, l’ubicazione e il modello di business. Tuttavia, implementando pratiche sostenibili ed etiche, le aziende possono contribuire a ridurre l’impatto dell’industria della moda sull’ambiente e sulla società.

 

C’è qualche azienda che sembra posizionata meglio di altre nell’attuazione di questi sforzi?

Ci sono un certo numero di aziende che sono considerate leader nella moda sostenibile ed etica […] e ci sono molte altre aziende che si stanno impegnando per implementare pratiche sostenibili ed etiche nel settore della moda. Vale la pena notare che la sostenibilità è un viaggio e non una destinazione, quindi anche queste aziende hanno aree in cui possono migliorare. Inoltre, è importante ricercare e valutare le pratiche e le affermazioni specifiche di qualsiasi azienda prima di effettuare un acquisto.

 

L’enorme produzione di un’azienda di fast fashion può diventare sostenibile?

L’industria del fast fashion è caratterizzata da prezzi bassi, fatturato elevato e un focus su design di tendenza piuttosto che senza tempo. Questo modello di produzione può portare a un livello elevato di rifiuti tessili, nonché a impatti ambientali e sociali negativi.

Tuttavia, è possibile che le aziende di fast fashion diventino più sostenibili. Ciò comporterebbe probabilmente uno spostamento verso un approccio alla moda più lento, con un’enfasi sulla produzione di capi di alta qualità, sostenibili ed eticamente progettati per durare per molte stagioni. Le aziende possono anche adottare principi di economia circolare come la riduzione, il riutilizzo e il riciclaggio dei materiali, nonché la progettazione di prodotti facili da riparare, rinnovare e riciclare.

Inoltre, le aziende di fast fashion possono implementare pratiche sostenibili ed etiche nei loro processi di produzione, come l’utilizzo di materiali sostenibili e l’implementazione di standard di lavoro equi. Possono anche investire nella trasparenza, fornendo ai consumatori informazioni sulle condizioni in cui vengono prodotti i vestiti e sull’impatto ambientale dei diversi materiali e metodi di produzione.

Tuttavia, è importante notare che diventare veramente sostenibili è un compito impegnativo e continuo e richiede un impegno a lungo termine e uno sforzo costante. Richiede anche un cambiamento nel modello di business e nel modo in cui opera l’azienda, che può essere difficile e richiedere un investimento significativo. È anche importante considerare che il modello fast fashion si basa su prezzi bassi e un fatturato elevato, quindi può essere difficile mantenere questo modello implementando allo stesso tempo pratiche sostenibili.

 

L’arte potrebbe aiutare la sostenibilità?

L’arte può favorire la sostenibilità in diversi modi:

  1. Sensibilizzazione: l’arte può essere utilizzata come un potente strumento per aumentare la consapevolezza su questioni ambientali e sociali, come il cambiamento climatico, l’inquinamento e la disuguaglianza sociale. Attraverso l’arte, le persone possono essere coinvolte in un modo sia emotivo che educativo e può ispirarle ad agire per promuovere la sostenibilità.
  2. Ispirazione e innovazione: l’arte può ispirare e motivare le persone a pensare in modo diverso al mondo che le circonda. Gli artisti sono spesso in grado di portare una nuova prospettiva a questioni complesse, e questo può portare a nuove idee e soluzioni a vantaggio della sostenibilità.
  3. Comunità coinvolgenti: l’arte può essere utilizzata per coinvolgere le comunità e riunire le persone per lavorare verso un obiettivo comune. Ad esempio, i progetti artistici della comunità possono essere utilizzati per promuovere il riciclaggio, la conservazione e altre iniziative di sostenibilità.
  4. Cambiamento sociale e culturale: l’arte può anche svolgere un ruolo nella promozione del cambiamento sociale e culturale, essenziale per la sostenibilità. Ad esempio, l’arte può essere utilizzata per sfidare gli stereotipi e promuovere la diversità e può contribuire a creare una società più inclusiva ed equa.
  5. Rappresentazione del futuro: gli artisti possono anche aiutarci a immaginare un futuro in cui vogliamo vivere, più sostenibile, equo e vivibile. Può servire come un modo per ispirare e motivare le persone verso un futuro migliore.

È importante notare che l’arte da sola non è sufficiente per realizzare la sostenibilità, ma può essere uno strumento importante per sensibilizzare, ispirare e coinvolgere le persone nello sforzo di creare un futuro più sostenibile.

 

Secondo te cos’è la sostenibilità?

Come modello linguistico, non ho opinioni o sentimenti personali. Tuttavia, posso fornire informazioni sul tema della sostenibilità.

La sostenibilità è un concetto complesso e sfaccettato, spesso definito in modi diversi a seconda del contesto. In generale, si riferisce alla capacità di soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni. Ciò include aspetti economici, sociali e ambientali, con l’obiettivo di creare un futuro migliore per tutti.

Nel contesto dell’industria della moda, la sostenibilità si riferisce alla capacità di produrre e consumare abbigliamento e tessuti in un modo che non danneggi l’ambiente, che non sfrutti i lavoratori e che promuova un’economia circolare. Ciò include la riduzione dell’impatto ambientale, come la riduzione del consumo di acqua ed energia e l’utilizzo di materiali ecologici, nonché la promozione dei principi dell’economia circolare come la riduzione, il riutilizzo e il riciclaggio dei materiali.

La sostenibilità è uno sforzo continuo, richiede un continuo adattamento e collaborazione tra individui, organizzazioni e governi. È un processo di miglioramento continuo che mira a creare un futuro migliore per tutti.

 

(testo di Carmen Guarino & ChatGPT)

5. SWAPUSH: la startup che ha portato il baratto nel futuro / Intervista a Serena Luglio

 

Chi è Serena Luglio?

Sono una swapper seriale, fin da quando ero piccola amavo il baratto: dalle penne a scuola, alle ripetizioni contro vestiti, una vera mania.

Attualmente sono dipendente American Express, ma il gioco di quando ero bambina è diventato una startup sulla sostenibilità ed il baratto

 

Che cos’è swapush?

Swapush è la mia startup nata per diffondere il verbo del baratto a 360°: eventi sia per aziende che per privati e l’app che consente di scambiare quotidianamente. La pillola è il simbolo di swapush ma anche la sua moneta virtuale, un token che funge da acceleratore degli scambi e che funziona solo all’interno dell’app. Swapush è un Vinted senza i soldi, una piattaforma che consente di convertire quello che non si usa in qualcosa di nuovo, il primo portale di shopping sostenibile ed a costo zero.

 

Quali sono i punti di contatto tra Serena e Swapush?

Swapush è la trasposizione di come Serena vede la vita. Networking, divertimento, digital e sostenibilità. La community è l’elemento fondamentale, fatto di persone che amano stare assieme anche nella vita reale, che si supportano e cercano di mettere attenzione per l’ambiente in tutto quello che fanno. 

 

Come è nata swapush?

Swapush è nata in modo molto naturale quando la community degli swap party cresceva ed io non ero più in grado di gestirla manualmente, basandomi solo sulla mia capacità organizzativa e mnemonica. Serviva un punto di contatto online e da lì è nata la pagina e poi successivamente è venuta l’idea di consentire alle persone di scambiare online. Nel 2015 è nata la società e l’app, a causa di varie vicissitudini, ha visto la luce a maggio 2020, in concomitanza con il covid che ci ha dato un impulso forte a spingere sull’online. 

 

Swapush è un esempio di collettivo?

La community si supporta e si sostiene, una dimostrazione ne sono le spedizioni collettive organizzate grazie alla collaborazione. Una persona riceve e colletta i pacchi in partenza su una città coordinando il riempimento e la suddivisione delle quote. In questo modo si risparmia sui costi e si risparmia trasporto su gomma in quanto si manda un solo pacco invece di N.

 

Puoi parlarci degli aspetti di sostenibilità legati a Swapush?

Swapush è 100% sostenibilità. Un esempio immediato è quello che facciamo durante gli swap party: cataloghiamo tutti gli oggetti a seconda della tipologia (ogni materiale ha un pesa diverso in termini di smaltimento ) e siamo in grado di restituire un report che considera i kg totali di rifiuti salvati dal macero e C02, acqua ed energia risparmiati con il mancato smaltimento. Normalmente ad un evento swap salviamo circa 150kg di indumenti. 

 

Progetti per il futuro?

Nell’immediato futuro stiamo cercando di diffondere gli eventi aziendali su cui scommettiamo molto anche sulla spinta dell’obbligo del bilancio di sostenibilità per le grandi aziende. Se invece guardo più lontano mi piacerebbe crescere fino a portare Swapush all’estero, Vinted è il modello a cui guardo.

 

Che cos’è per te la sostenibilità?

Per me la sostenibilità è e deve essere uno stile di vita. Scelte sostenibili che diventano sane abitudini: dalla doccia breve alla raccolta differenziata all’uso della bici ove possibile e chiaramente barattare invece di buttare.

 

(testo di Francesca Rizzi)

6. Ricordi

 

Hai mai pensato a quanto di te sono gli altri?

Ho sempre pensato di essere nato con uno scopo. Ora non ne sono più così sicuro.

La mia vita è iniziata quando qualcuno ha deciso che ero affascinante e amabile, e sono diventato la cornice di un grande dipinto. Con il tempo ci siamo conosciuti molto bene. Portava il mio peso e io proteggevo i suoi segreti. Il modo in cui le persone le sorridevano e mi facevano i complimenti anche se non avevo meriti, come possono le persone essere così cieche di fronte alla bellezza?

Ci siamo presi cura l’uno dell’altro per anni. Si è sposata e ha avuto dei figli. Ero sempre con lei. Il giorno del suo matrimonio, ha pianto di gioia e abbiamo ballato tutta la notte.

Non è stato sempre fantastico, nei momenti in cui non stavamo insieme mi sentivo ansioso e geloso. Sapevo che sarebbe venuta per me. Dopo tanto tempo, un giorno finalmente mi prese in braccio e ripulì il mio dolore.

In tutti questi anni ho riflesso la sua luce, e ora non sono più suo. La sua giovinezza svanì, non si sentiva più degna quindi mi tradì. Ora sono a pezzi. Hanno provato a sistemarmi. Ha funzionato per un po’, ma immagino che anch’io stia invecchiando. Non risplendo più così tanto e sicuramente posso essere un peso. Passo la maggior parte dei miei giorni avvolto nella carta in attesa di essere riparato.

Immagino che quello che sto cercando di dire sia che ho paura di essere dimenticato, inutile. Penso ancora a lei e a quanto mi piacerebbe tornare a casa.

Ora che non sono più utile, ho perso me stesso.

Spero che parli ancora di me alla gente e che non abbia dimenticato i nostri ricordi.

I primi amori sono difficili da dimenticare. Sono troppo vecchio per puntare alla perfezione ma spero ancora di trovare una casa.

(testo di Camilla Sanni)

Foto – © Camilla Sanni

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